Pubblicato il no. 16 del trimestrale "Nonviolenza"
È uscito negli scorsi giorni il No. 16 di Nonviolenza, il trimestrale d’informazione edito dal Centro per la nonviolenza della Svizzera italiana (CNSI).
Nell’editoriale viene ricordata come la storia infinita della guerra non sembra proprio terminare e pochi sono gli insegnamenti tratti da quelle passate. L’unica novità può venire dalla nonviolenza.
Nelle pagine relative al servizio civile, vengono tra l’altro presentate un’interessante esperienza in Messico ed una valutazione generale sull’importanza del servizio civile quale esperienza di vita per i civilisti, ma anche la sua utilità per i beneficiari, nonostante i pericoli di un possibile uso dei civilisti quale mano d’opera a basso costo. Si ricorda poi l’approvazione da parte del Consiglio federale del messaggio sulla revisione della legge sul SC, che amplia le possibilità d’impiego, ma che introduce anche restrizioni non condivise dai diretti interessati.
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2 ottobre 2014, Giornata mondiale della Nonviolenza
Quest’anno in occasione della Giornata mondiale della Nonviolenza del 2 ottobre 2014 il Centro per la Nonviolenza della Svizzera italiana (CNSI) organizza una mostra su
150 anni di promozione della Pace e della Nonviolenza in Italia ed in Europa.
La stessa verrà allestita presso il Liceo cantonale di Savosa (in Nuova Via S. Gottardo) e sarà visitabile fino al 24 di ottobre.
All’inaugurazione, il 2 ottobre 2014 alle ore 20.30, interverrà il curatore della mostra Renzo Dutto, che terrà una conferenza dal titolo:
Il rifiuto della guerra e la forza umanizzante della nonviolenza
Analizzando la storia constatiamo che si racconta molto di violenze e distruzioni e di come la guerra sia stata la modalità ricorrente per la risoluzione dei conflitti, ma si tace sul pensiero di Pace.
Oggi sappiamo con certezza che non c'è futuro senza Pace e che uno dei pilastri della Pace è la giustizia. La guerra non si può più giustificare in alcun modo: è menzogna, tradimento, morte, devastazioni e sofferenze di ogni tipo.
È necessario percorrere strade diverse per risolvere i conflitti e smascherare l'ideologia della guerra che non è mai a servizio dell'uomo ma di potentati economici, i quali non accettano che le risorse della terra siano per tutti ma dividono gli uomini in esclusi ed inclusi, sommersi e salvati. Una serie di episodi storici ci dimostra che forme di resistenza nonviolenta sono state efficaci, hanno contribuito a debellare il male e saranno per il futuro l'unica risposta possibile alla violenza, per impedire ch’essa generi altra violenza in un crescendo a spirale incontrollabile.
Renzo Dutto – Nato a Boves (CN) nel 1947, per lunghi anni professore di italiano e storia presso alcune scuole superiori della provincia e professore di sociologia presso l’Istituto Superiore degli Assistenti Sociali di Cuneo. Tra i fondatori della Comunità di Mambre a Busca, di cui oggi è animatore. Ha al suo attivo iniziative, mostre, dibattiti sui temi della pace, della nonviolenza e della giustizia.
Il CNSI invita a visitare la mostra ed a partecipare alla conferenza di Renzo Dutto, alla quale seguirà un rinfresco.
Pubblicato il no. 15 del trimestrale "Nonviolenza"
È uscito in questi giorni il No. 15 di Nonviolenza, il trimestrale d’informazione edito dal Centro per la nonviolenza della Svizzera italiana (CNSI).
Nell’editoriale Luca Buzzi, con un resoconto dei lavori dell’assemblea, lancia un appello a sostenere il CNSI, che ha chiuso i conti 2013 con una perdita di quasi 4'000 franchi..
Nelle pagine relative al servizio civile, vengono tra l’altro presentate un’interessante esperienza in Croazia, ma anche le crescenti difficoltà a svolgere un servizio civile all’estero a causa delle restrizioni poste dall’Organo centrale. D’altra parte l’esercito, nella sua valutazione sui colloqui per il SC, vorrebbe proibire l’inoltro di domande di ammissione dalla Scuola reclute. Per far fronte alle restrizioni e affrontare le sfide future, le Associazioni Svizzera dei civilisti e zivildienst.ch dal 2014 si sono integrate in CIVIVA, la Federazione Svizzera del SC.
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Assemblea CNSI 2014
Sabato 17 maggio 2014, alla presenza di una quindicina di soci, si è svolta a Bellinzona l’Assemblea annuale del Centro per la Nonviolenza della Svizzera italiana.
Nel suo rapporto di attività il coordinatore Luca Buzzi ha sottolineato gli avvenimenti positivi che hanno contraddistinto l’anno appena trascorso, quali l’ottima partecipazione sia al seminario estivo “Da Gandhi a Galtung, la trasformazione nonviolenta dei conflitti”, che alla proiezione de “L’economia della felicità” nella Giornata mondiale della Nonviolenza del 2 ottobre. D’altra parte, oltre alla nuova apertura settimanale del Centro di documentazione in Vicolo Von Mentlen 1, ancora poco conosciuto e frequentato, è continuata regolarmente la pubblicazione del trimestrale “Nonviolenza”, la gestione del sito www.nonviolenza.ch, la consulenza gratuita sui problemi militari e sul servizio civile, gli interventi alle giornate autogestite in alcuni licei e la collaborazione con altre associazioni, in particolare con CIVIVA (la Federazione svizzera del servizio civile), il Movimento nonviolento di Verona e il Centro Sereno Regis di Torino.
Il CNSI ha inoltre preso posizione sulla Revisione della legge sul SC e contro l’acquisto dei Gripen.
Votazione sui Gripen
In vista della votazione del 18 maggio 2014 sull’acquisto di 22 aerei da combattimento Gripen, il Centro per la Nonviolenza della Svizzera italiana vuole esprimere alcune considerazioni sul tema, invitando i votanti a respingere il relativo credito.
La folle crescita della spesa per armamenti nel mondo (1'753 miliardi di dollari nel 2012, più che raddoppiata negli ultimi 15 anni) contrasta con l’aumento della povertà anche nelle nazioni cosiddette sviluppate. Il 3-4% di questa spesa basterebbe per dimezzare la povertà globale (obiettivo del Millennio dell’ONU).
Con l’acquisto dei nuovi aerei da combattimento la Svizzera seguirebbe questa irrazionale tendenza al riarmo, che porta in generale solo enormi profitti ai fabbricanti di armi.
La Svizzera dovrebbe invece impegnarsi maggiormente per una vera politica di pace per rispondere alle vere minacce globali costituite dalla povertà, dalla fame e dal degrado ambientale.
L’esercito svizzero dovrebbe avere una funzione esclusivamente difensiva, e non certo far parte della NATO, e a tale scopo ha già una forza aerea sovradimensionata. Anche mettendo definitivamente in pensione i Tiger F-5, con i soli 32 FA-18, la Svizzera, con 0,8 aerei per 1000 kmq, dispone di una quantità di aerei ben 4 volte superiore a quella posseduta dall’Austria, dalla Svezia o dalla Finlandia. Tra l’altro con i costi per il solo mantenimento della flotta degli FA-18 (recentemente completamente ammodernati con una spesa di 600 milioni) si potrebbe, ad esempio, investire sul futuro di migliaia di bambini, finanziando la costruzione di scuole e ospedali nei Paesi del Sud del Mondo.
Ma anche volendo “egoisticamente” guardare solo al nostro benessere, le necessità non mancano in settori come la formazione, la sicurezza sociale, la sanità pubblica e l’AVS, dove invece si sono già fatti e si prospettano ulteriori tagli e riduzioni per miliardi di franchi. Di fronte a questa realtà, il fatto che una parte dell’investimento venga prelevato dalla spesa corrente dell’esercito non cambia il giudizio sull’insensato spreco di denaro pubblico per ulteriori e non necessari aerei da combattimento.
Gli aspetti ambientali, quali l’inquinamento fonico ed atmosferico causati dall’uso di questi aerei, ma anche la campagna poco trasparente per l’acquisto – dietro la quale dovrebbero esserci finanziamenti provenienti dalla Saab (la ditta che produce gli aerei) , dalla diplomazia svedese e dalle varie lobby - e il fatto (come ha scritto la NZZ am Sonntag) che una parte dei "contratti di compensazione" verranno contabilizzati (per raggiungere i 2,5 miliardi promessi dalla Saab) con il doppio o anche il triplo del valore reale, dovrebbero costituire ulteriori elementi per una riflessione critica.
Per concludere il CNSI invita i votanti a bocciare il credito per quest’acquisto così lontano dalle reali necessità della popolazione, lanciando anche un messaggio alle nostre autorità affinché si impegnino finalmente in modo deciso e coerente in una promozione civile della pace e in una risoluzione nonviolenta dei conflitti.