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Votazione sui Gripen

Creato: Mercoledì, 16 Aprile 2014 Ultima modifica: Sabato, 05 Marzo 2016 Pubblicato: Mercoledì, 16 Aprile 2014

In vista della votazione del 18 maggio 2014 sull’acquisto di 22 aerei da combattimento Gripen, il Centro per la Nonviolenza della Svizzera italiana vuole esprimere alcune considerazioni sul tema, invitando i votanti a respingere il relativo credito.

La folle crescita della spesa per armamenti nel mondo (1'753 miliardi di dollari nel 2012, più che raddoppiata negli ultimi 15 anni) contrasta con l’aumento della povertà anche nelle nazioni cosiddette sviluppate. Il 3-4% di questa spesa basterebbe per dimezzare la povertà globale (obiettivo del Millennio dell’ONU).
Con l’acquisto dei nuovi aerei da combattimento la Svizzera seguirebbe questa irrazionale tendenza al riarmo, che porta in generale solo enormi profitti ai fabbricanti di armi.
La Svizzera dovrebbe invece impegnarsi maggiormente per una vera politica di pace per rispondere alle vere minacce globali costituite dalla povertà, dalla fame e dal degrado ambientale.

L’esercito svizzero dovrebbe avere una funzione esclusivamente difensiva, e non certo far parte della NATO, e a tale scopo ha già una forza aerea sovradimensionata. Anche mettendo definitivamente in pensione i Tiger F-5, con i soli 32 FA-18, la Svizzera, con 0,8 aerei per 1000 kmq, dispone di una quantità di aerei ben 4 volte superiore a quella posseduta dall’Austria, dalla Svezia o dalla Finlandia. Tra l’altro con i costi per il solo mantenimento della flotta degli FA-18 (recentemente completamente ammodernati con una spesa di 600 milioni) si potrebbe, ad esempio, investire sul futuro di migliaia di bambini, finanziando la costruzione di scuole e ospedali nei Paesi del Sud del Mondo.

Ma anche volendo “egoisticamente” guardare solo al nostro benessere, le necessità non mancano in settori come la formazione, la sicurezza sociale, la sanità pubblica e l’AVS, dove invece si sono già fatti e si prospettano ulteriori tagli e riduzioni per miliardi di franchi. Di fronte a questa realtà, il fatto che una parte dell’investimento venga prelevato dalla spesa corrente dell’esercito non cambia il giudizio sull’insensato spreco di denaro pubblico per ulteriori e non necessari aerei da combattimento.

Gli aspetti ambientali, quali l’inquinamento fonico ed atmosferico causati dall’uso di questi aerei, ma anche la campagna poco trasparente per l’acquisto – dietro la quale dovrebbero esserci finanziamenti provenienti dalla Saab (la ditta che produce gli aerei) , dalla diplomazia svedese e dalle varie lobby - e il fatto (come ha scritto la NZZ am Sonntag) che una parte dei "contratti di compensazione"  verranno contabilizzati (per raggiungere i 2,5 miliardi promessi dalla Saab) con il doppio o anche il triplo del valore reale, dovrebbero costituire ulteriori elementi per una riflessione critica.

Per concludere il CNSI invita i votanti a bocciare il credito per quest’acquisto così lontano dalle reali necessità della popolazione, lanciando anche un messaggio alle nostre autorità affinché si impegnino finalmente in modo deciso e coerente in una promozione civile della pace e in una risoluzione nonviolenta dei conflitti.

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