Esperienza presso l'associazione svizzera dei genitori di bambini epilettici (ParEpi)

Pubblicato: Lunedì, 19 Luglio 2010

Esperienza di SC presso l'associazione svizzera dei genitori di bambini epilettici (ParEpi)
UN SOSTEGNO PER LE FAMIGLIE

Prima esperienza
Dal mese di gennaio fino all'inizio del mese di maggio 1998, un giovane ha svolto il suo SC presso la nostra associazione in Ticino. Si tratta della prima persona che viene occupata in questa funzione. In effetti si può parlare di un progetto "pilota" e di una prima per la nostra associazione. Anche per questo bisognerà trarne gli insegnamenti migliori alfine di rendere maggiormente efficace questo tipo di attività, o di ampliarne il raggio d'azione nel futuro.
Per il primo anno in cui si è potuto usufruire di questo servizio, vi è stata una ricerca continua per poter trovare un'altra persona che potesse intraprendere il SC presso la nostra associazione dopo che Omar Croci avesse concluso la sua esperienza. A questo scopo ci si è recati regolarmente presso la sede competente in Ticino per il SC così da presentare l'associazione ai candidati al servizio. Per fortuna abbiamo trovato due altre persone che si sono messe a disposizione, il primo a partire da quest'estate fino a ottobre 1998 e l'altro per i mesi successivi.
Per entrare in concreto sul lavoro svolto da Omar Croci, esso si è occupato di due famiglie. Per una buona parte della settimana Omar era chiamato ad assistere un adolescente, mentre per un'altra parte si preoccupava di accompagnare un bambino di ca. 4 anni.

Aiuto quotidiano alla madre
Per quel che riguarda il bambino di 4 anni, Omar Croci ha dovuto soprattutto "sostituire" la madre nell'accompagnare il bambino a delle sedute di terapia, così da permettere alla madre di potersi occupare con maggiore tranquillità dell'altro bambino e di altre faccende domestiche. Essendo il bambino già inserito in una struttura specializzata durante alcune ore della giornata, non si richiedeva specificatamente a Omar Croci di svolgere delle vere e proprie attività "educative", ma piuttosto di sollevare la madre da alcuni compiti che richiedono comunque diverso tempo. Tempo che ha potuto essere utilizzato dalla madre del bambino per altri compiti. Forse qualcuno potrà pensare che sia un lusso il poter disporre di una persona che si occupa di accompagnare il proprio figlio: invece non solo non si tratta di un lusso ma di una necessità per molte famiglie (e soprattutto per molte madri), che si ritrovano altrimenti sommerse dagli oneri dati da un figlio o da una figlia che soffre di epilessia, che vengono ad aggiungersi agli altri oneri dati dall'occuparsi di una famiglia e di una casa.
Per cui ben vengano anche solo quelle poche ore dove si ha a disposizione una persona che si occupa del proprio figlio in modo competente.

Scoprire un mondo nuovo
La maggior parte delle ore settimanali, come già accennato, Omar Croci le ha trascorse con un ragazzo adolescente che si trova tutto il giorno a casa, in quanto non è inserito in nessun tipo di struttura di presa a carico.
Omar Croci ha quindi dovuto gestire la presa a carico quotidiana di questo adolescente, in particolare per tutto quel che concerne la creazione e la conduzione di attività di tempo libero ed educative.
Non voglio qui elencare tutte le attività svolte sull'arco dei quattro mesi, in quanto non avrebbe senso avere una lista esclusivamente descrittiva. Vorrei invece sottolineare un altro aspetto, che va al di là del contenuto puro e semplice delle attività svolte: il permettere, il dare la possibilità ad un ragazzo che altrimenti non ne avrebbe la possibilità, di "scoprire" un mondo "nuovo", in altre parole di vedere e soprattutto di guardare il mondo in cui vive con altri occhi, da un punto di vista normalizzante.
Attraverso l'accompagnamento di Omar Croci, il giovane ha potuto effettuare tutta una serie di attività in modo da poterne apprezzare non solo il loro contenuto ludico-didattico, ma anche il loro aspetto integrativo nella società, senza che pregiudizi o preconcetti ne potessero in qualche modo influenzare lo svolgimento. Il risultato è stato che l'adolescente in questione ha potuto, ma anche saputo, trarre una gioia reale da questi momenti di vita. Grazie all'accompagnamento di Omar Croci, inoltre, il giovane è stato confrontato con la società in cui vive, e non solo con la realtà famigliare in cui normalmente è inserito.

Regole sociali
Quindi, se da un lato questo confrontarsi è fonte di arricchimento, di gioia, di divertimento, di libertà, dall'altro è anche fonte di "scontro": scontro con regole di convivenza che nell'ambito famigliare possono non esistere o essere attenuate, scontro con regole di comportamento socialmente accettate (che prima di poter mettere in atto, bisogna conoscere), scontro fra le proprie libertà e le libertà altrui (dove finisce una e dove comincia l'altra). Tutti questi ambiti non sempre sono stati affrontati a partire dall'infanzia, e possono quindi risultare in parte "sconosciuti" ad un adolescente o anche ad una persona adulta in generale.
Oltre all'aspetto di apprezzamento personale di fronte a delle esperienze in parte nuove, non bisogna ancora una volta dimenticare l'aspetto di fornire alla famiglia maggiori possibilità ?i svolgere altre attività. Si può affermare, credo senza timore di smentite, che il giovane di cui si è occupato Omar Croci abbia vissuto quattro mesi di esperienze importanti per il suo ulteriore sviluppo socio-relazionale e personale. La speranza è che questa esperienza possa continuare con altre persone del SC.

Difficoltà e soluzioni
Per concludere, vorrei spendere qualche riga sul "come" Omar Croci ha svolto la sua attività. Ebbene, voi che state leggendo, provate ad immaginarvi, voi che di solito siete magari impiegati, commercianti, medici, educatori, infermieri o quant'altro, di dover svolgere per quattro mesi un'attività professionale che non ha niente a che vedere con quella che svolgete abitualmente: l'impiegato vada a fare il medico, il medico vada a fare il commerciante, l'infermiere vada a fare il muratore e così via. Come vi sentireste? Cosa provereste?
Non è sicuramente facile immaginarsi quello che può voler dire trovarsi per un periodo determinato in un campo che non si conosce in partenza, e verso il quale le domande sono sicuramente più numerose delle risposte. Ebbene, Omar Croci si è trovato in questa situazione, e devo onestamente dire che ha svolto il suo lavoro con coerenza, impegno, sacrificio e tanta pazienza. Ha inoltre messo in evidenza delle strategie educative che, a volte, nemmeno delle persone formate nel campo avrebbero attuato. Ci vuole sicuramente tanto coraggio per affrontare in un rapporto 1:1 certe situazioni, nelle quali non si può solo pensare a sé stessi, ma anche alla persona di cui si è chiamati ad occuparsi; mettendo inoltre in atto delle strategie adeguate alla situazione. E' semplicistico dire "mi piacerebbe lavorare nell'ambito sociale perchè è bello avere contatto con le persone" (come spesso si sente dire dalla gente comune); per poterlo fare, la buona volontà non basta, ma ci vuole anche competenza e formazione, soprattutto per affrontare al meglio situazioni "critiche" alle quali si è confrontati durante la pratica quotidiana del lavoro educativo.
Ebbene, Omar Croci, malgrado non abbia una formazione specifica nell'ambito sociale, e nonostante non abbia mai avuto una precedente esperienza in questo campo, ha dimostrato una competenza ed una praticità nell'affrontare le varie situazioni a cui è stato confrontato che non credo sia molto comune. Quindi veramente complimenti da questo punto di vista.

Vorrei inoltre ringraziare Omar Croci per la sua disponibilità sia nei confronti dell'associazione che nei
confronti delle famiglie, soprattutto poiché sono sicuro che per lui non sia stato un periodo facile. Sono infine sicuro che le famiglie che hanno potuto usufruire dei servizi di questo giovane siano rimaste molto soddisfatte del suo operato e della sua disponibilità.
Penso che questa esperienza sia stata utile a tutti: alle famiglie, all'associazione, a Omar Croci, e forse soprattutto alle due persone prese a carico.
Claudio Cattaneo
laureato in pedagogia curativa
(da ParEpi info no.76/3-98)

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